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LO SQUALO ELEFANTEx
 

Pescato squalo elefante di 4 metri l'agonia sul molo di Bordighera    

      Ha lottato per ore cercando in ogni modo di sopravvivere dopo essere rimasto impigliato nelle reti tremaglio del "Silvia II" dalle 5 del mattino di ieri. Nemmeno il tempestivo intervento della squadra dei biologi marini che lo hanno fatto continuamente ricoprire d'acqua, ha potuto far nulla per lui. Il "Cetorinus maximum" più noto come squalo elefante (rimasto impigliato nelle reti di Jerry Gagliano, 55 anni, da 40 "lupo di mare"), almeno quattro quintali di peso, lungo 3 metri e 90 centimetri, 70 di pinna dorsale, ora è a disposizione dell'Istituto di Zooprofilassi di Imperia dove é stato trasportato su richiesta dei biologi marini per il necessario esame autoptico.   Certe le cause del decesso, è comunque necessario asportare parti dello squalo destinate, probabilmente, all'Università di Padova per la ricerca mirata a chiarire vasi aspetti della vita dell'animale, e all'Università di Siena per le indagini genetiche.


     
  Jerry Gagliano sabato sera ha calato i suoi tremagli a circa cento metri dalla costa davanti alla zona della Madonna della Ruota e a circa 40 di profondità. «Al mattino - racconta - ho tentato il ripescaggio, ma oltre alle solite orate e sarpe mi sono trovato davanti il muso di questo splendido esemplare. Ho capito subito che si trattava di uno squalo e anche di dimensioni notevoli ma non conoscevo la famiglia di appartenenza». Ma le condizioni del mare e le ridotte dimensioni della "Silvia II", lunga sette metri e mezzo, non hanno certo favorito il recupero a Gagliano che si trovava da solo sulla barca.


       A quel punto scatta l'allarme. Il pescatore avverte la "San Marco" con a bordo Salvatore Ioviero, anch'egli una vita in mare. Recuperano a bordo del "Silvia II" lo squalo e lo portano in banchina a Bordighera. «L'ho sistemato sul porto - aggiunge Gagliano - ma qualcuno poi l'ha spostato. Comunque già in mare avevo cercato di tagliare le reti per liberarlo ma lo squalo, spaventato, ha continuato a muoversi per cercare di fuggire finendo ancora più imbrigliato». Una corda del piombo e quella del galleggiante bloccano la bocca dell'animale che continua a dibattersi. Arrivano anche il vice sindaco Mario Iacobucci, l'assessore al porto Franco Colacito, i vigili urbani e soprattutto i due comandanti del porto di Bordighera e Ventimiglia Antonio Granato e Gianluca Ingrosso che si sono adoperati al massimo per tentare anche di allontanare la gente che impediva i soccorsi.

      Il salvataggio arriva tardi, perché tardi, purtroppo, sono stati avvisati i biologi marini che hanno tentato l'impossibile. Lo squalo muore in tarda mattinata, sotto gli occhi impotenti di tutti, compresi parecchi bambini che si erano radunati con i genitori intorno all'animale. Lui, che non voleva far del male a nessuno, che si nutre solo di plancton, che appartiene ad una specie protetta dalla Convenzione di Berna.
I mezzi della "EdilBordighera" di Franco Rivella hanno poi imbragato e caricato l'animale a bordo di un furgone degli uffici portuali del Comune.

  (dal Secolo XIX)

   Squalo mangiatore di plancton nelle acque del Mediterraneo, l'elefante e' individuato tipicamente sia da solo che in piccoli gruppi, incrociando lentamente sulla superficie con la pinna dorsale esposta e la bocca aperta a filtrare il cibo attraverso l'incanalazione di 2.000 tonnellate d'acqua ogni ora. Sebbene appaia tipicamente lento, questo potente squalo e' capace di brevi esplosioni di velocita' e, d'accordo con alcuni autori, persino di effettuare balzi fuori dall'acqua.

      Specie pelagica costiera, lo squalo elefante spazia dalla linea di risacca delle spiagge fino lungo le coste rocciose; si trova bene anche al largo, su acque profonde. Spostamenti localizzati appaiono correlati con la concentrazione del plancton in superficie e appaiono annualmente negli stessi siti costieri favorevoli aggregati in diversi individui per mangiare (e possibile corteggiamento ?), mentre spesso mostrano anche una pronunciata segregazione sessuale. Il Mar Ligure e' apparentemente uno di questi luoghi di aggregazione (preferito anche dalle balene endemiche del Mediterraneo), cosi' come lo Stretto di Messina, durante i tardi mesi estivi. La cospiqua sparizione dalle acque di superficie costiere di questi squali durante i mesi invernali riveste un particolare interesse; alcuni autori hanno suggerito un movimento di massa verso acque profonde e un breve periodo dedicato all'ibernazione o ad un qualche modo di muoversi, energeticamente efficiente, a grandi profondita' al di la del margine continentale , durante il quale i rastrelli branchiali sono lasciati cadere per essere sostituiti.

Jerry Gagliano sul suo peschereccio "Silvia II"

 

Squalo elefante

Cetorhinus maximus

Ordine: Lamniformi

Inferiori nelle dimensioni solo allo Squalo Balena, gli Squali Elefante sono creature enormi le cui dimensioni risultano insolite se si considera il fatto che questi pesci si nutrono esclusivamente di plancton. Gli Squali Elefante solitamente nuotano con l’enorme bocca aperta al fine di filtrare le minuscole particelle di cibo dall’acqua.

Spesso sono avvistati in prossimità della riva e per questo motivo sono un regolare bersaglio degli ecoturisti. Salgono frequentemente alla superficie e hanno un’alta tolleranza della presenza umana, fatto che li ha portati ad essere cacciati per molti anni. Come molte altre specie di squalo, gli Squali Elefante sono stati oggetto di pesca intensa. Le loro enormi dimensioni li rendono altamente redditizi: un solo esemplare può infatti rendere una tonnellata di carne e 400 litri di olio e il loro fegato ricco di vitamine può costituire il 20% del peso totale del pesce. Oggi gli Squali Elefante sono protetti dalla legge nella maggior parte dei paesi in cui vivono.

Dimensioni massime: 12 metri / 7000 kg

Distribuzione: nelle acque temperate e artiche costiere di tutto il mondo. Molto rari nelle regioni tropicali.

Alimentazione: plancton, generalmente costituito da larve invertebrate, piccoli crostacei e uova di pesce.

Riproduzione: non si hanno informazioni certe, ma si ritiene che sia un animale ovoviviparo con periodi di gestazione molto lunghi e figliate di numero ridotto.